Carovigno ha origini antichissime, risulta, infatti, abitata fin dalla prima età della pietra, come attestano diversi ed interessanti ritrovamenti del paleolitico e del neolitico.
Significativi resti di insediamenti umani sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna.
Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica; il primitivo etimo Carbina dal greco Karbina (fruttifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle e fichi.
Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri. La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che resero nulla la stessa autorità del Re.
Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del ’700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolari del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la famiglia Imperiali, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia Potestà, Carovigno viene venduta senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice, principe di Frasso.
L’equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane, sulla soppressione della feudalità, e causa una lunga controversia fra Comune e casa Dentice.
(di Luigi Maggio)
Significativi resti di insediamenti umani sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna.
Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica; il primitivo etimo Carbina dal greco Karbina (fruttifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle e fichi.
Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri. La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che resero nulla la stessa autorità del Re.
Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del ’700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolari del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la famiglia Imperiali, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia Potestà, Carovigno viene venduta senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice, principe di Frasso.
L’equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane, sulla soppressione della feudalità, e causa una lunga controversia fra Comune e casa Dentice.
(di Luigi Maggio)